Storie naturali (1966) è una raccolta di 15 racconti, pubblicati da Primo Levi presso Einaudi sotto lo pseudonimo di Damiano Malabaila. Sono storie di carattere scientifico e fantascientifico, spesso di argomento umoristico, ma non solo.
“LA GRANDE MUTAZIONE”
Isabella, all’inizio del racconto, presenta alcuni sintomi febbrili e un forte prurito alla schiena. I genitori, preoccupati, avvertono il medico che, dopo una visita e qualche ricerca, comunica loro che Isabella è il primo caso di “grande mutazione” in Italia, ma altri casi erano già stati registrati in Canada, in Svezia e in Giappone.
Il virus che ha colpito Isabella non provoca dei danni all’organismo, ma è contagioso e per questo motivo da lì a poco si verificarono altri casi.
Dopo pochi mesi le penne diventarono delle belle ali e le si staccarono dal dorso e Isabella iniziò a provare un desiderio irrefrenabile di volare, così un giorno in cui era da sola iniziò a battere le ali e a correre per poi levarsi in volo e niente le sembrò più facile di volare.
Con il passare del tempo il virus si diffuse sempre di più e contagiò alcuni compagni della ragazza e il padre, che però scelse di amputarsi le ali.
“È un caso di Grande Mutazione, il primo in Italia, e proprio qui da noi, in questa valle dimenticata! – Le ali si sarebbero formate a poco a poco, senza danni per l’organismo, e poi altri casi ci sarebbero stati nel vicinato, forse tra i compagni di scuola della bambina, perché la faccenda era contagiosa.”
“Isabella
sentiva i muscoli fremere e tendersi, seguiva il volo sicuro delle rondini nel cielo
estivo, non aveva più dubbi e provava la sensazione precisa che a volare
avrebbe imparato da sé, anzi, di saper già volare: di notte ormai non sognava
altro.”
“Provò a sbattere le ali, e si sentì sostentata, a ogni colpo guadagnava quota, agevolmente, senza sforzo.”
“A un tratto provò una sensazione di gonfiore, di
tensione al basso ventre; si sentì umida, toccò, e ritrasse la mano sporca di
sangue. Ma sapeva di che cosa si trattava, sapeva che un giorno o l’altro
sarebbe successo, e non si spaventò.”
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